The Sweat Museum
Installation / performance
Mixed media
2018
courtesy AVTO Gallery Istanbul
During the Fifties, West Germany was experiencing a most prosperous phase for employment, the so-called Wirtschaftswunder (economic miracle), a rapid reconstruction and development due to U.S. economic aid. While West Germany showed an acute shortage of labor, in southern European countries and in Turkey unemployment was increasing. American political influence pushed West Germany to search for workers outside the national borders and to sign bilateral agreements with countries where unemployment rate was high: Gastarbeiter (guest workers) got recruited all over Southern Europe. Italy was among the first ones to join and Turkey followed some years later.
The two Italian artists Simona Molino and Matteo Lucidi - both residing in Germany - reflect on their expats condition starting from those historical events connecting Berlin, the city they live in, and Istanbul, the city hosting their exhibition. The main objective of the show is to focus the attention on the efforts and struggle of human beings dealing with everyday changes. Moving abroad, looking for a new job and a new apartment, communicating with a different culture are just a few examples of all difficulties an individual must endure. Everyday changes are indeed various. Daily life forces us to face a constant succession of small changes, conflicts and risks, that can easily increase our psychophysical stress.
The two artists aim to convey this concept through the metaphor of sweat. Moisture drops appearing on our body’s surface because of sweat glands secretion can increase because of heat, strain or strong emotions, as a result of both mental and physical stress. Perspiration of all kinds is induced by a change: a jump in temperature can make the glands secrete more liquid to reduce our body heat through evaporation; the transition from a state of rest to motion while doing sport or a great physical effort; the occurrence of several adversities causing a state of apprehension.
Through a curatorial approach - though maintaining an artistic perspective - Molino & Lucidi stage the “Sweat Museum” by setting up a visual path where objects, maquettes, photographs, texts and videos tell a story about the diverse aspects of this moisture. Their work investigates the way sweat is perceived and analyzed in communication, politics, religion and marketing, throughout different ages and societies.
Nella Germania Ovest degli anni cinquanta, durante il periodo di piena occupazione conosciuto con il nome di Wirtschaftswunder (economic miracle), ci fu un grande bisogno di manodopera, al contrario di altri paesi del sud Europa e della Turchia dove invece il tasso di disoccupazione era alto. Per questo motivo furono istituiti degli accordi bilaterali, anche sotto la pressione politica degli Stati Uniti, che fecero arrivare in Germania un elevato numero di Gestarbeiter (guest workers) da diversi paesi tra cui per prima l’Italia e successivamente e soprattutto la Turchia.
Simona Molino e Matteo Lucidi, residenti in Germania ma italiani di origine partono da questo fatto storico che accomuna Berlino, la città dove vivono, con Istanbul, città che li ospita per la mostra, riflettendo anche sulla loro condizione di espatriati.
L’intento è quello di focalizzare lo sguardo sull’impegno e la fatica che ogni essere umano compie di fronte ai cambiamenti nella vita di tutti i giorni. Il trasferirsi in un altro paese, cercare un nuovo lavoro, una nuova casa, interfacciare relazioni con persone di una cultura diversa dalla propria sono solo alcuni esempi degli sforzi che ogni individuo deve sostenere; le mutazioni giornaliere che ci circondano sono di fatto molteplici. La quotidianità ci porta ad affrontare una serie persistente di cambiamenti, avversità e fattori di rischio che non fanno altro che aumentare il nostro livello di stress psicofisico.
Gli artisti provano a raccontare tutto questo attraverso la metafora del sudore. Le gocce di liquido che si formano sulla superficie del nostro corpo in seguito all’attività secretiva delle ghiandole sudoripare, aumentano la loro attività col caldo, la fatica o una forte emozione, attraverso un impegno sia fisico che mentale. Questi diversi tipi di sudorazione avvengono tutti conseguentemente un cambiamento: l’aumento della temperatura esterna che porta le ghiandole della pelle a produrre più liquido per abbassare la nostra temperatura corporea tramite la sua evaporazione; il passaggio del nostro corpo da uno stato di quiete a uno di moto facendo sport o compiendo uno sforzo considerevole; il presentarsi di qualsiasi tipo di avversità che ci provoca uno stato di ansia.
Attraverso un approccio curatoriale ma con un punto di vista artistico, Molino & Lucidi mettono in scena il museo del sudore allestendo un percorso visivo, dove vengono mostrati oggetti, maquette, fotografie, testi e video che raccontano i diversi aspetti di questo liquido e di come venga percepito ed analizzato nella comunicazione, la politica, la religione e il marketing con un’attenzione alle diverse epoche e aree geografiche.